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Quel "concreta" che definisce il movimento artistico promosso sul finire del 1948 da Gillo Dorfles, Gianni Monnet, Bruno Munari e Atanasio Soldati è stato spesso causa delle incomprensioni, o addirittura dei fraintendimenti, che hanno accompagnato e seguito il decennio denso di proposte e risultati di questo raggruppamento, atipico per la sua polidimensionalità. Arte concreta" volle infatti dire fin dall'inizio opposizione al formalismo idealista, al di là della mutuazione del termine da un Arp, un Van Doesburg, dei debiti nei confronti dell'astrattismo storico neoplastico, suprematista e costruttivista, delle liaison con i revival astratto-geometrici degli anni Trenta, in Francia soprattutto, ma anche in altri paesi europei, e nella stessa Italia.